Polemiche e perplessità sulla gestione delle polizze assicurative sanitarie per il personale militare

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ASPMI, insieme alla Rete Sindacale Militare di cui questa Associazione fa parte, ha scritto al Ministro della Difesa, Guido Crosetto, per mostrare le nostre perplessità in merito alla nuova proposta per le polizze assicurative sanitarie per il personale militare. 

In particolare, oggetto del contendere è il fatto che lo Stato Maggiore della Difesa ha ignorato le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, chiedendo al Co.Ce.R. Comparto Difesa di esprimere un parere sul nuovo disciplinare tecnico per la polizza assicurativa sanitaria del personale delle Forze Armate e dell’Arma dei Carabinieri. Co.Ce.R. che non si sa bene perché e soprattutto con che valenza rappresentativa, ha dato il via libera al nuovo disciplinare.

È arrivato il momento di riconoscere il ruolo determinante dei nuovi sindacati militari

Attraverso la nota sottoscritta come parte della Rete Sindacale Militare, abbiamo espresso il nostro disappunto per la richiesta rivolta a un organismo che non ha più alcuna potestà giuridica sulla materia contrattuale e sul tema in questione. Abbiamo ricordato, semmai ce ne fosse stato bisogno, che a partire dal 1° febbraio 2024, sono già noti i dati consolidati delle deleghe sindacali sottoscritte dal personale militare: è dunque arrivato il momento di riconoscere i sindacati militari come gli unici rappresentanti legittimati di intervenire su tali questioni.

La prevenzione è fondamentale

Ma non è solo il metodo a non esserci piaciuto, anche il merito della richiesta presenta dei punti di dibattito. In particolare sui commi 348-349 della legge n. 213/2024 (Bilancio 2024) dove vengono stanziati 38,3 milioni di euro annui dal 2024 al 2026 per la copertura sanitaria e infortunistica complementare/integrativa del personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia.

Come evidenziato nella nota inviata allo Stato Maggiore della Difesa, la quota mediamente stanziata pro-capite per il nuovo contratto di assistenza sanitaria per militari e carabinieri sembra aumentare da 50 a 75 euro, impegnando risorse aggiuntive destinate dal Governo. Tuttavia, questa decisione comporterebbe una rinuncia completa al tanto apprezzato screening annuale di prevenzione sanitaria.

Serve un intervento del Ministro della Difesa

A tal proposito abbiamo inviato una richiesta di  chiarimenti direttamente al Ministro della Difesa, chiedendo in primis un intervento che chiarisca allo Stato Maggiore della Difesa che la tutela del personale militare è già sostanzialmente affidata alle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari (APCSM). 

In secondo luogo, abbiamo chiesto al Ministro di prendere in considerazione l’ipotesi di ragionare su una  polizza che possa prevedere un check up mirato (e non più generalizzato), continuando così a garantire un’adeguata prevenzione al personale militare.

A tal proposito, abbiamo invitato il Ministro Crosetto a intervenire in modo autorevole, evidenziando che le associazioni sindacali sono già ampiamente rappresentative del personale e chiedendo un confronto immediato sulle decisioni in questione al fine di definire il nuovo disciplinare.

In conclusione, la Rete Sindacale Militare comunica la propria indisponibilità ad attendere ulteriormente, sottolineando la necessità di un chiarimento tempestivo sulla gestione delle polizze assicurative sanitarie per il personale militare.