Domanda di trasferimento, il personale non può pagare per gli errori di una direttiva che va assolutamente rivista

Trasferimenti, va risolto il problema del personale in malattia o assente per infortunio non dipendente da causa di servizio.

ASPMI ha scritto allo Stato Maggiore dell’Esercito per porre l’attenzione sul punto n. 3 dell’allegato B alla Circolare redatta da SME-DIPE, Ufficio Impiego Graduati e Militari di Truppa, anno 2023 recante le indicazioni per la Disponibilità al movimento presso altre sedi e per l’avvicendamento che ricordiamo oggi rappresenta requisito indispensabile per l’inoltro stesso della candidatura. 

In particolare, qui si legge che non bisogna trovarsi “nella posizione di forza potenziale o aspettativa per qualunque motivo”, indicando come sole eccezioni le assenze per: 

  • causa di servizio; 
  • maternità;
  • terapie salvavita. 

È nostra premura però considerare, e lo abbiamo fatto immediatamente presente allo SME, che non sempre questo aspetto è correlato alla volontà del militare in quanto può essere condizionato da altre cause non imputabili al soggetto stesso. 

Domanda di trasferimento, va risolto il problema del personale in malattia o assente per infortunio non dipendente da causa di servizio

Basti considerare il caso di tutti quei colleghi che a seguito di malattia o infortunio non dipendente da causa di servizio si trovano in queste posizioni amministrative e vi permangono per periodi piuttosto lunghi a causa della mole di lavoro in cui gravano le Commissioni Mediche Ospedaliere, il che impedisce loro di smaltire le visite di idoneità al SMI in tempi ragionevoli. Una situazione che come ASPMI abbiamo già fatto notare nei mesi scorsi, auspicando una soluzione in tempi brevi. 

Fino ad allora è però impensabile che queste lunghe attese, che già scoraggiano il personale, lo penalizzino ulteriormente impedendo al militare di presentare relativa domanda di movimentazione per cause di fatto non imputabili a lui. 

Una situazione che in determinate circostanze ha persino risvolti paradossali: la presentazione presso la CMO di competenza avviene il giorno dopo la chiusura dell’invio delle apposite istanze di movimentazione, con quella che rappresenta una vera e propria beffa per il personale. 

Basta quanto fatto notare da ASPMI – anche perché come sottolineato non è la prima volta – per giustificare una modifica alla norma che non può più essere rimandata: confidiamo che lo Stato Maggiore dell’Esercito troverà un modo per permettere al personale di poter inoltrare la richiesta di trasferimento, senza dunque penalizzarlo oltremodo per qualcosa che di certo non può dipendere da lui. 

Trasferimenti, un problema diffuso

E non è tutto, perché questo non è né il primo né l’ultimo aspetto della Direttiva contenuta nella Circolare in oggetto a creare delle sperequazioni ai danni del personale: a tal proposito ASPMI l’ha analizzata nel dettaglio e già in questi giorni stiamo intervenendo su altri aspetti che penalizzano alcune categorie di lavoratori, con l’obiettivo di arrivare a un meccanismo che non sfavorisca nessuno e metta fine a situazioni paradossali che si ripercuotono negativamente sul personale e le loro famiglie.