Aumento di stipendio già nel 2023, la pressione sindacale sta funzionando

Anticipo del rinnovo di contratto per i dipendenti pubblici in arrivo a novembre

È notizia di oggi che il Governo Meloni potrebbe autorizzare un aumento di stipendio già nel 2023, incrementando l’indennità di vacanza contrattuale già applicata in busta paga (esattamente da aprile 2022, anno in cui è scaduto il contratto). 

Una novità che se confermata rappresenterebbe un gran passo in avanti, nonché una buona premessa in vista dell’apertura del tavolo di contrattazione in programma nel 2024. 

Il che ci dimostra come molto probabilmente al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, siano arrivati forti gli appelli fatti dalle rappresentanze sindacali dei dipendenti pubblici, come quelli presentati da noi di ASPMI in qualità di singola Associazione o come parte della Rete sindacale militare. 

La speranza è che questo Governo abbia finalmente capito che i dipendenti pubblici non rappresentano una categoria agiata a tal punto da poter essere esclusa da importanti misure di sostegno al reddito (come nel caso dello sgravio contributivo che essendo limitato ai redditi fino a 35 mila euro esclude gran parte del personale di questa Forza Armata).

Cos’è il nuovo aumento di stipendio di cui tanto si parla

Con la legge di Bilancio 2024 vengono stanziati circa 7,3 miliardi di euro per il rinnovo di contratto, di cui 2 miliardi a disposizione già per l’anno 2023. Soldi che secondo il Ministro della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, potrebbero essere sufficienti per incrementare di 6,7 volte il valore dell’indennità di vacanza contrattuale che – ricordiamo – da luglio 2022 è pari allo 0,5% dello stipendio tabellare. 

Da tale operazione ne risulterebbe così un incremento del 3,35% dell’importo tabellare, con l’importo che ovviamente varia a seconda della qualifica e del grado di appartenenza. 

La cosa importante è che l’aumento per tutte le tredici mensilità del 2023 dovrebbe essere riconosciuto in un’unica soluzione, probabilmente già nello stipendio di novembre laddove il Governo dovesse riuscire a rientrare con i tempi. In tal caso, quindi, ne risulterebbe un incremento annuo lordo di circa 700 euro per i Primi Caporal Maggiori, 870 euro per gli appartenenti al grado di Sergente, 930 euro nel caso dei Marescialli e 949 euro per i Sottotenenti. 

ASPMI attenta agli sviluppi sulla Legge di Bilancio 2024

Per quanto questa novità possa essere ritenuta soddisfacente, non abbiamo comunque intenzione di abbassare la guardia visto che sono diversi i temi sui quali ci aspettiamo una risposta dal Governo Meloni, a partire da uno stanziamento di risorse riservato all’Esercito Italiano utile per far fronte ai problemi che da troppo tempo caratterizzano la nostra Forza Armata (divise e mezzi inadeguati, così come pure gli alloggi per chi è impiegato nell’Operazione Strade Sicure). 

E ci aspettiamo che venga dato seguito alle dichiarazioni fatte in conferenza stampa, dove il rinnovo di contratto per il comparto Difesa e Sicurezza viene indicato come prioritario. Rinnovo con cui non basterà compensare il personale della svalutazione registrata in questi ultimi anni a causa dell’inflazione (a oggi si parla di un incremento medio del 6%, il che potrebbe rappresentare una buona base di accordo), in quanto bisognerà intervenire anche sui compensi accessori adeguandoli al costo della vita. 

Un lavoro che si preannuncia arduo: per questo motivo invitiamo nuovamente il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a non isolarsi, con il rischio di commettere errori che possano farci ricredere sulle buone intenzioni del suo Governo: ci convochi al più presto e ascolti i nostri suggerimenti, sappiamo cosa serve per procedere con un’adeguata valorizzazione economica del personale in divisa.