Anticipo Liquidazione e Personale COVID

Anticipo Liquidazione e Personale COVID
Anticipo Liquidazione e Personale COVID

Era il 2 dicembre 2022 quando ASPMI ha inviato alle forze Governative diverse richieste tese a modificare e integrare il testo della Legge di Bilancio 2023.

“Due emendamenti, oltre a quelli sulla Previdenza Militare, r25iguardano interventi realizzabili nel breve termine e che il personale militare si aspetta da questo Governo.

Il primo si tratta di un emendamento all’art. 53 della manovra che norma su “Disposizioni sul trattamento di pensione anticipata flessibile” e l’altro sul “Reclutamento straordinario per il ruolo dei marescialli”.

Ma andiamo con ordine. Per quanto riguarda l’emendamento all’art. 53 della legge di Bilancio, si chiede Garanzia su anticipazioni di credito sul Trattamento di Fine Servizio (TFS), soprattutto alla luce del caro vita derivante dal conflitto bellico in Ucraina che ha portato un’impennata del tasso di inflazione che si attesta all’11,8%.

A questo, si aggiungono gli strascichi della pandemia e i livelli salariali rimasti immutati e che quindi non vanno di pari passo con le spese che il personale delle Forze armate si trova a dover affrontare. L’emendamento consente ai dipendenti pubblici con TFS (Trattamento di Fine Servizio) un migliore accesso al credito, che lo rende omogeneo a quello di cui possono godere i dipendenti pubblici e privati con TFR (Trattamento di Fine Rapporto).

In particolare, l’emendamento, riguarda il personale delle Forze armate, di Polizia, Vigili del Fuoco, docenti, anche universitari, dipendenti di altre autorità e tutti gli altri dipendenti pubblici assunti prima del 1° gennaio 2001, per un totale di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici.

Per l’attuale quadro normativo, risalente al 1950, infatti, chi beneficia del TFR risulta maggiormente favorito rispetto a chi ha il TFS, in quanto durante il rapporto di lavoro il TFR può essere offerto a garanzia di un finanziamento ed è possibile chiederne, in alcuni casi, un’anticipazione. Al contrario, il dipendente pubblico, appartenente alle categorie suindicate, non può dare in garanzia il proprio TFS, né chiederne un anticipo, potendo disporne solo dopo la cessazione del rapporto di lavoro.

Ferme e inalterate le funzioni retributive e previdenziali degli istituti del TFR e del TFS, la nuova norma uniforma, per limitati ma essenziali aspetti, il regime di disponibilità dei due trattamenti, prevedendo che, in pendenza del rapporto di lavoro, l’ammontare del TFS maturato possa essere concesso in garanzia, consentendo in tal modo ai dipendenti pubblici l’accesso a nuove forme di credito, il cui risultato finanziario sarà analogo a quello ottenibile con l’anticipo del TFR.

Va evidenziato che dall’inizio della pandemia si assiste al fenomeno di moltissimi dipendenti pubblici e pensionati che accedono, con urgenza al credito nelle forme “classiche” della “cessione del quinto”, per ottenere immediatamente liquidità per sostenere il reddito, compromesso dalla crisi economica, di propri familiari che operano nel settore privato.

È, pertanto, urgente assicurare che i fabbisogni straordinari delle “reti familiari” (peraltro si stimano in 150mila i nuclei familiari a rischio di esecuzione immobiliare) possano essere soddisfatti dal circuito ordinario degli intermediari finanziari vigilati (scongiurando le condizioni del ricorso all’usura), mantenendo, ove possibile, inalterate le capacità finanziarie dei dipendenti pubblici.

Da questo punto di vista, attraverso la costituzione del pegno sul TFS si consentirà l’accesso a nuove forme di prestiti il cui rimborso è posticipato ad un momento successivo alla quiescenza. Pertanto, tali prestiti, a differenza di quelli realizzati con la “cessione del quinto”, a fronte di benefici finanziari immediati, non deprimono l’ordinario flusso finanziario del dipendente, lasciandone integro il reddito. Le risorse finanziarie così acquisite potranno assicurare il sostegno del nucleo familiare proprio o di un congiunto, spese mediche impreviste, l’estinzione di precedenti prestiti che abbiano rimborsi a rate mensili, i costi per gli studi universitari dei figli.

La misura proposta risulta pertanto funzionale a fronteggiare la crisi di liquidità ed a sostenere adeguatamente i consumi, contribuendo così, senza impatti diretti o indiretti sull’erario, al rilancio dell’economia del Paese. La presente disposizione non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Altro punto all’attenzione delle forze di governo è quello riguardante il reclutamento straordinario per il ruolo dei marescialli.

Nell’ambito dell’emergenze Covid-19 sono state introdotte disposizioni volte a potenziare le risorse umane, strutturali, di apparecchiature per la diagnostica e terapia medica a disposizione dei servizi sanitari delle Forze Armate e in particolare dell’Esercito, fortemente impegnati nel contrastare l’emergenza sanitaria connessa al diffondersi del virus.

L’impegno è stato arduo ma anche “banco di prova” di assetti organizzativi che hanno portato a considerare alcune necessarie rimodulazioni delle strutture organizzative e l’adeguamento delle stesse attraverso criteri di specializzazioni, tali da ritrovare norme emendative nella legge 119 del 05 agosto 2022 art. 9 lettera g.

Particolare criticità, d’altronde come in passato già evidenziate, sono riguardanti le dotazioni organiche di medici specialisti e personale tecnico specialista abilitato sia nell’area diagnostica medica che assistenziale

Un prima risposta a questa esigenza  è stata recentemente riconosciuta dall’Amministrazione Difesa  bandendo dei concorsi straordinari a nomina diretta per soli titoli per maresciallo ruolo tecnico sanitario rivolto ai ruoli Sergenti e Graduati in possesso dei predetti titoli di studio; ad ogni modo  sono  da considerare delle ulteriori possibilità per i restanti Sergenti e Graduati in Forza Armata che espletano già  servizio presso il Policlinico Militare “Celio” o in infermerie di Reparto che  potrebbero essere impiegati invece proprio in strutture dove si necessitano di dette specializzazioni.

Pertanto si rappresenta che nella imminente riorganizzazione della sanità militare, in una più ampia e complessa considerazione, particolare attenzione dovrà essere posta ai poliambulatori e infermerie presidiarie, dotando gli stessi di personale specializzato al fine di garantire gli esami specialistici, diagnostici e servizi assistenziali sanitari terapeutici richiesti.

La soluzione che ASPMI propone è quella di modificare l’attuale quadro normativo e quindi permettere alla Difesa di bandire concorsi straordinari a nomina diretta per soli titoli per maresciallo ruolo infermiere / tecnico sanitario rivolto ai ruoli Sergenti e Graduati in possesso dei predetti titoli di studio già in servizio presso gli Enti Sanitari delle Forze Armate, in armonia con quanto già fatto in precedenza, al fine di valorizzare e riconoscerne la professionalità.”

Tali rivendicazioni hanno trovato parziale accoglimento nel testo della Legge di Bilancio 2023 e ASPMI, imperterrita, ha continuato sulla sua linea rivendicativa.

La Legge di Bilancio 2023 ha solo accolto la richiesta avanzata e sostenuta da questa sigla sindacale in merito alla proroga della ferma dei medici e degli infermieri militari arruolati per l’emergenza nazionale COVID-19.

La proroga è fino al 30 giugno 2023.

Un segnale di attenzione per gli “angeli della sanità”, così come li ha sempre soprannominati ASPMI, che hanno contribuito e contribuiscono al sostegno della popolazione in questo momento ancora difficile. Segnale che deve necessariamente concludersi con il transito in servizio permanente e per il quale ASPMI continuerà a battersi.

Siamo in attesa di conoscere l’esito delle altre proposte che abbiamo avanzato e monitoriamo costantemente i lavori Governativi affinché il personale possa vedere riconosciuti dei diritti di cui è ancora in attesa, come la rimodulazione delle Casse di Previdenza e l’istituzione di quella dei Graduati.

ASPMI, in data 21 febbraio 2033, ritorna alla carica e plaude all’emendamento presentato nel decreto Crediti.

“È in lavorazione un emendamento da inserire nel decreto Crediti, in discussione alla commissione Finanze della Camera, che consentirebbe ai dipendenti pubblici, Forze armate comprese, di ricevere in anticipo una parte del Trattamento di Fine Servizio (TFS).

Ricordiamo che, ad oggi, solo ai dipendenti del settore privato è riconosciuta questa possibilità, ovvero di incassare parte del Trattamento di Fine Servizio (TFR).

È bene rammentare anche che questa sigla sindacale, in data 2 dicembre 2022 e quindi nettamente in anticipo, inoltrava ben due proposte emendative alla legge di Bilancio 2023, invitando le forze di governo ad intervenire sull’art. 53 della manovra recante “Disposizioni sul trattamento di pensione anticipata flessibile” e sul “Reclutamento straordinario per il ruolo marescialli”.

La nostra proposta emendativa verteva sulla possibilità che al personale delle Forze armate, di Polizia, Vigili del Fuoco, personale scolastico e dipendenti pubblici, assunti prima del 1° gennaio 2021, venisse riconosciuta la Garanzia sulle anticipazioni di credito sul TFS, in modo da avere una boccata d’ossigeno tra caro vita e incrementi esorbitanti di luce e gas, impennatisi a causa dell’innalzamento del tasso d’inflazione.

Stiamo parlando di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici che, grazie all’anticipo del TFS a garanzia potrebbero avere accesso a nuove forme di credito, senza dover ricorrere alla cessione del quinto. L’anticipo verrebbe poi rimborsato non appena erogata la liquidazione al momento dell’entrata in quiescenza. La proposta non comporterebbe nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Speriamo veramente che il Governo risolva finalmente questo problema che rappresenta una vera discriminazione per tutto il personale del comparto sicurezza e difesa e per i dipendenti pubblici”.

Ma ancora una volta il Governo decide di non affrontare tale situazione e rimanda ad un prossimo veicolo normativo utile.

ASPMI, comunque, continua la sua battaglia per i Medici e gli Infermieri Covid e grazie al Decreto Legge del 22 aprile 2023 n.44 si è stato fatto un primo passo in avanti per la stabilizzazione degli Ufficiali Medici e dei Sottufficiali Infermieri arruolati a tempo determinato per l’emergenza Covid-19.

Si legge nel comunicato del 23 aprile 2023: “ASPMI, ininterrottamente, si è adoperata, e continuerà a farlo, per la stabilizzazione a tempo indeterminato degli “Angeli della Sanità”, come li ha sempre chiamati fin dal primo ingresso tra le fila del personale militare.

Il comma dell’articolo del Decreto Legge emanato dal Governo garantisce l’assunzione di 16 Ufficiali Medici e di 120 Sottufficiali Infermieri mediante concorsi straordinari da bandire nell’anno 2023.

I posti messi a concorso però non bastano a stabilizzare tutti i nostri Ufficiali e Sottufficiali che hanno operato e operano con grande spirito di sacrificio e di abnegazione a sostegno della Sanità Militare e della Nazione. Ci spiace dover ricordare che gli “Angeli della Sanità” sono stati arruolati d’urgenza nel momento più critico per la Nazione quando sembrava non esserci un barlume di speranza per i cittadini Italiani ed essi, armati di altruismo e generosità, in ottemperanza al giuramento prestato, si sono messi in prima linea per portare, nonostante il rischio e l’incertezza, aiuto concreto alla Popolazione.

Accogliamo con soddisfazione il gesto fatto dal Governo Meloni, che consideriamo un primo passo in avanti verso la loro stabilizzazione.

ASPMI continuerà a rivendicare ulteriori posti a concorso utili a stabilizzare i tanti che ancora, per colpa di una “parola” nel comma del Decreto Legge, sicuramente causata dall’urgenza nell’emanazione del disposto normativo, non trovano giusta collocazione e il giusto riconoscimento.

Siamo fiduciosi che, in fase di conversione in Legge, l’intero Parlamento corra ai ripari attraverso gli adeguati emendamenti al testo oggi in vigore.

ASPMI ha già iniziato a sollecitare tutta la compagine Politica e i mass-media affinché vengano accesi i riflettori su questa necessaria modifica normativa per dare a chi ha prestato servizio al Paese nel momento di necessità non venga ora dimenticato.

Facciamo appello a tutte le Sigle Sindacali del Comparto, che si uniscano a questa ulteriore battaglia di ASPMI per permettere la stabilizzazione dei nostri “Angeli della Sanità””.

La richiesta rivendicativa di ASPMI, in merito alla possibilità di richiedere l’anticipo del TFS quando si è ancora in servizio, sta continuando in queste ore e non possiamo che ringraziare gli On.li Laura Ravetto, Igor Lezzi, Simona Bordonali, Alberto Stefani, Edoardo Ziello e Lorenzo Malagola per i due emendamenti presentati al decreto legge recante disposizioni urgenti per il rafforzamento delle capacità delle amministrazioni.

Al momento sono in esame alla Commissione Finanze della Camera dei Deputati e se approvati permetteranno finalmente anche al personale in uniforme di poter ottenere un prestito in banca dando in pegno come garanzia il trattamento di fine servizio (TFS) così come consentito ai dipendenti pubblici e privati che sono in regime di trattamento di fine rapporto (TFR).

ASPMI continuerà in silenzio le sue battaglie per il personale, con la serietà di chi vuole fare di questo lavoro un modello di vita a tutela dei militari e della Forza Armata Esercito.