Primo incontro con l’URS dello Stato Maggiore della Difesa ASPMI: “Servono modifiche urgenti alla Legge 46”

Si è svolto nei giorni scorsi il primo incontro tra ASPMI e l’Ufficio Relazioni Sindacali dello Stato Maggiore della Difesa, un momento significativo che segna l’avvio di un confronto istituzionale atteso e necessario per affrontare le criticità ancora presenti nel percorso di pieno riconoscimento dell’agibilità sindacale dei militari.

Durante la riunione abbiamo rappresentato la necessità di un incontro urgente con il Ministro della Difesa Guido Crosetto. È ormai evidente che, a oltre due anni dall’approvazione della Legge n. 46 del 2022, serva un intervento politico deciso per correggere le rigidità che ancora limitano l’effettivo esercizio dei diritti sindacali nel comparto Difesa.

Abbiamo chiesto che la norma venga aggiornata per garantire una reale autonomia e operatività alle Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari, oggi costrette a muoversi all’interno di un quadro normativo che ne ostacola la piena rappresentanza. Senza un adeguamento puntuale della Legge 46, il rischio è che la riforma rimanga un principio incompiuto, incapace di tradursi in una reale evoluzione dei rapporti tra Amministrazione e personale.

Tra le proposte avanzate, riteniamo fondamentale che l’attuale Ufficio Relazioni Sindacali sia posto alle dirette dipendenze del Gabinetto del Ministro della Difesa, così da consentire un duplice livello di confronto – politico e tecnico – capace di accelerare i processi decisionali e favorire una maggiore chiarezza nei rapporti tra vertici e rappresentanze. Solo con una interlocuzione diretta e costante con la componente politica sarà possibile affrontare in modo efficace le questioni che riguardano la vita quotidiana del personale militare.

Abbiamo inoltre sottolineato come sia inoltre indispensabile dare piena attuazione agli impegni assunti nell’ultima tornata contrattuale. È necessario che il Ministero mantenga fede alle promesse fatte ai militari, valorizzando realmente il lavoro, la professionalità e i sacrifici di chi ogni giorno opera per la sicurezza del Paese.

Nel corso del confronto, abbiamo poi ribadito un altro punto cruciale: la convocazione delle sigle rappresentative da parte del Presidente del Consiglio in vista della Legge di Bilancio di prossima approvazione. È un passaggio fondamentale per comprendere se questo Governo intenda finalmente riempire di contenuti la “specificità” del mondo militare, troppo spesso evocata ma raramente tradotta in misure concrete.

Come abbiamo più volte sottolineato, noi crediamo che la specificità non debba essere uno slogan, ma un principio operativo che riconosca le peculiarità del servizio militare, in termini di rischi, vincoli e responsabilità, anche sotto il profilo economico e previdenziale.

In questo senso, riponiamo piena fiducia nel lavoro e nelle intenzioni del Ministro Crosetto, che sin dal suo insediamento ha mostrato attenzione verso le problematiche del personale. Siamo convinti che il suo impegno potrà tradursi presto in risultati tangibili, a condizione che si apra un confronto costruttivo e trasparente con le rappresentanze militari.

Tuttavia, non possiamo nascondere la nostra preoccupazione per alcune anticipazioni che emergono dalla discussione sulla Legge di Bilancio 2026. Se verrà confermata l’ipotesi di escludere i dipendenti pubblici – e dunque anche i militari – dalla detassazione degli aumenti derivanti dal rinnovo contrattuale, ci troveremmo di fronte a una decisione gravissima, che comprometterebbe il principio di equità e riconoscimento del merito.

Un tale scenario rischierebbe di vanificare gli sforzi compiuti negli ultimi mesi per ridare dignità e potere d’acquisto a chi serve lo Stato, facendo sì che il tavolo per il triennio 2025-2027 parta col piede sbagliato.