Prime assegnazioni, il personale non è stato trattato tutto allo stesso modo: urge una soluzione

Trasferimenti, padri e madri sono stati svantaggiati: urge una soluzione.

Si è conclusa la fase di prima assegnazione per i neo graduati appartenenti alla 1ª e 2ª immissione 2021 e, grazie al lavoro svolto da ASPMI, per la prima volta nei confronti di larga parte del personale si è tenuto conto delle esigenze familiari nelle operazioni di trasferimento. 

Ricordiamo, infatti, che il Dipe ha chiesto al personale con prole di indicare nelle memorie ostative se c’erano delle necessità particolari che potevano comportare un problema nel reimpiego presso un’altra sede, facendo dunque un considerevole passo in avanti rispetto a quanto successo negli anni passati. 

Prime assegnazioni, alcuni padri e madri di famiglia sono stati svantaggiati

Tuttavia, non tutto è andato come dovrebbe:  ci sono stati militari, infatti, che il 15 giugno sono stati trasferiti dalla Puglia alla Sicilia. Un’operazione effettuata poche settimane prima dalla comunicazione con cui il Dipe ha chiesto al personale interessato di segnalare particolari esigenze familiari, ma va detto che questi avevano già provveduto in autonomia a indicare le proprie preferenze. 

L’amministrazione, quindi, era a conoscenza delle loro necessità: perché allora procedere con il trasferimento fuori dalla regione dove ha residenza la propria famiglia? A tal proposito, ASPMI sta monitorando quanto successo e si riserva di mettere in atto qualsiasi iniziativa consentita volta a tutelare il personale svantaggiato.

D’altronde, proprio alla luce del messaggio inviato dal Col. c.(li.) s. SM Domenico Leotta, Capo Ufficio impiego graduati e militari di truppa, con il quale è stata data notizia del fatto che per la prima volta al personale con prole è stata data la possibilità, già in sede di compilazione della scheda formativa, di presentare al Dipe eventuali problematiche al reimpiego connesse alla genitorialità, non possiamo accettare che nell’arco di 20 giorni di distanza possa esserci stato del personale che nonostante le evidenti esigenze familiari è stato costretto a trasferirsi a chilometri di distanza dai propri figli. 

Urge una soluzione

Se ci sono militari accontentati non possono esserci allo stesso tempo dei padri o delle madri di famiglia a cui invece la richiesta di restare vicino ai propri figli è rimasta inascoltata: proprio nella Pec che noi di ASPMI abbiamo inviato allo Stato Maggiore della Difesa lo scorso 2 agosto, infatti, abbiamo chiesto che ci fosse non solo trasparenza nelle linee guida dei trasferimenti ma anche uniformità di trattamento. Non possiamo accettare che ci siano militari di Serie A e militari di Serie B. 

A tal proposito, auspichiamo che l’amministrazione risolva al più presto questa disparità di trattamento, provvedendo laddove necessario a una nuova assegnazione. Noi di ASPMI saremo osservatori, e garanti, in tal senso.