Più militari impiegati in Strade Sicure ma il Governo dimentica di mettere mano al portafoglio: ASPMI pronta a ricordarglielo

Dove sono le risorse adeguate per l'Operazione Strade Sicure?

Ancora una volta siamo costretti a tornare sul tema dei militari impiegati nell’Operazione Strade Sicure, un servizio che di fatto è estraneo a quella che è la missione dell’Esercito Italiano nato per difendere i confini del Paese. 

In queste ore il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini si è vantato per le ultime decisioni prese dal suo Governo che nel 2024 impiega 6.800 militari, di cui 1.400 in più, a tutela delle città grazie al progetto Strade Sicure. Di questi saranno 800 a essere destinati alle stazioni ferroviarie di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze e Bari, nonché negli altri principali capoluoghi d’Italia. Lo stesso aveva fatto qualche giorno fa il Ministro dell’Interno Piantedosi, a cui ASPMI ha già risposto con tanto di comunicato pubblicato dall’Agenzia Giornalistica Italia.

 

Non ci si può vantare ai danni dei militari

Come ASPMI non possiamo che ricordare al Ministro Salvini che “l’operazione di sicurezza e legalità” non è stata possibile “grazie all’impegno della Lega”. Se oggi il Governo si può vantare per gli ottimi risultati raggiunti nella sicurezza delle città, il merito è solamente dei nostri militari che non hanno mai fatto mancare l’impegno e la dedizione al lavoro nonostante condizioni lavorative inadeguate

Se la politica si vuole prendere i meriti di questa operazione cominciasse a stanziare le risorse per permettere ai militari italiani di adempiere a questo nuovo compito nella maniera più efficace possibile, senza mettere a rischio la loro salute fisica e psicologica. 

Per un’estate intera abbiamo chiesto al Governo di intervenire stanziando le risorse necessarie per ammodernare le divise e acquistare uniformi adeguate alla stagione: nessuno ci ha ascoltato, con il risultato che quei 6.800 militari di cui tanto si vanta Salvini sono stati costretti a lavorare sotto il caldo cocente con divise invernali e un alto rischio di incorrere in uno stress termico (che come ci racconta la cronaca sono spesso fatali). 

Cosa dobbiamo aspettare per intervenire? Dobbiamo piangere la prima vittima affinché il Governo capisca che non si può andare avanti facendo sicurezza a costo zero? Così si ingannano i cittadini, non di certo i militari e chi come ASPMI li rappresenta con forza e si riserva di ogni azione possibile laddove non dovesse esserci un repentino cambio di passo.

Cosa chiede ASPMI

A tal proposito, chiediamo un importante stanziamento di risorse che permetta un ammodernamento non solo delle divise ma anche dei mezzi e degli armamenti in dote all’Esercito Italiano. Senza dimenticare poi il tema degli straordinari, sui quali come ASPMI siamo pronti a dare battaglia affinché il Governo autorizzi la remunerazione di almeno 70 ore, con la possibilità inoltre di pagare la metà dei giorni di recupero. 

Ci sono inoltre dei problemi che si potrebbero risolvere semplicemente con una migliore organizzazione. Ad esempio, considerando che gli alloggi non sono adeguati e che al momento non sembra essere intenzione del Governo stanziare i soldi necessari per la loro ristrutturazione, o comunque per trovare alternative, perché non puntare a una maggiore efficienza nelle assegnazioni destinando il personale vicino alle sedi stanziali?

Fino ad allora c’è poco da vantarsi: anzi il Governo dovrebbe vergognarsi di farlo alle spalle di chi con impegno e dedizione ha permesso allo Stato di poter continuare con una tale operazione. Salvini ci ha “ringraziato” con un post su Facebook: ci attendiamo un riconoscimento ben più concreto, al più presto.