Operazione Strade Sicure: un successo targato Esercito Italiano, ma non senza sacrifici

Pampuco, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Sul sito dell’Esercito Italiano in queste ore si stanno celebrando il successo di 17 anni dell’Operazione “Strade Sicure, che vede il contributo instancabile degli uomini e delle donne dell’Esercito Italiano nelle strade delle nostre città, nei pressi di obiettivi sensibili, nelle stazioni ferroviarie e nei territori più complessi del Paese, come la “Terra dei Fuochi”. 

Un impegno costante, che ha portato a importanti risultati sul piano della sicurezza e che ha guadagnato la fiducia dei cittadini. Un successo riconosciuto, specialmente sul piano mediatico, anche a livello politico e istituzionale.

Ma se oggi possiamo parlare di efficacia e di risultati, è perlopiù merito dei militari che, in silenzio e con disciplina, hanno sempre svolto il proprio dovere pur operando in condizioni spesso difficoltose.

Una situazione che conferma l’Esercito Italiano come la Forza Armata “specifica tra gli specifici”, capace di assolvere a una duplice missione: la difesa dei confini nazionali e la tutela della sicurezza sul territorio. Un’unicità che deve essere riconosciuta e rispettata.

Un successo operativo che parla con i numeri

L’Operazione “Strade Sicure”, attiva ininterrottamente dal 2008, rappresenta una delle attività più longeve e strutturate dell’Esercito Italiano sul territorio nazionale. Con oltre 6.600 militari impiegati ogni giorno, l’Operazione si estende su 58 province e interessa più di 1.000 siti sensibili.

I numeri parlano chiaro: oltre 60 milioni di controlli effettuati su persone e veicoli, più di 100.000 soggetti fermati, arrestati o denunciati, 2.000 armi sequestrate, 17.000 veicoli recuperati e oltre due tonnellate e mezzo di stupefacenti sottratti alla criminalità. A questi si aggiungono i quasi 2.000 roghi individuati e gli oltre 8.300 siti di sversamento illegale scoperti grazie all’impiego di droni e tecnologie d’avanguardia.

Un bilancio che conferma, al di là di ogni narrazione politica, l’altissima professionalità, il rigore e la prontezza dell’Esercito nel garantire sicurezza e legalità. Ma, come ASPMI, ci teniamo a ricordare che dietro questi risultati si celano uomini e donne in divisa che ogni giorno mettono in gioco fatica, competenze e spirito di servizio.

Una doppia missione che non ha eguali

L’Esercito Italiano si distingue tra tutte le Forze Armate per una specificità che è al tempo stesso un onore e una responsabilità: svolgere una duplice missione. Da un lato, la funzione originaria e primaria, ovvero la difesa dello Stato e dei suoi confini, la prontezza operativa nei teatri internazionali, l’addestramento per affrontare scenari ad alta intensità. Dall’altro, un impegno crescente sul territorio nazionale a tutela della sicurezza pubblica, in supporto alle Forze di Polizia, come nel caso dell’Operazione Strade Sicure.

Questa doppia natura dell’Esercito italiano ne conferma la straordinaria versatilità, la capacità di adattamento e la professionalità del personale, in grado di rispondere con efficacia a contesti operativi profondamente diversi. Ma conferma anche l’esigenza di un riconoscimento necessario da parte delle istituzioni, perché non si può continuare ad ampliare i compiti e le responsabilità senza una proporzionale crescita delle risorse, dei diritti e delle tutele.

Essere impiegati in una missione interna aggiunge un impegno a quello per cui si è stati formati, moltiplicare lo sforzo, dividere il tempo dell’addestramento, e talvolta metterne a rischio la continuità. Questo paradosso, che noi di ASPMI denunciamo da anni, deve trovare una risposta politica chiara, perché riguarda non solo l’efficienza dello strumento militare, ma anche la sua dignità.

Lavoriamo in favore di un miglioramento delle condizioni di lavoro

Alla luce di quanto esposto, come ASPMI riteniamo sia arrivato il momento di compiere un nuovo passo verso il riconoscimento del ruolo fondamentale svolto dai militari nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure. Alle parole di apprezzamento e ai ringraziamenti pubblici, che accogliamo favorevolmente ovviamente, è ora necessario affiancare azioni tangibili e misure strutturali in grado di migliorare le condizioni di lavoro del personale impiegato.

Se l’Operazione Strade Sicure può oggi essere considerata un modello di successo, è merito soprattutto dei militari dell’Esercito Italiano. A loro va non solo la gratitudine collettiva, ma anche un riconoscimento che ne valorizzi pienamente il contributo.