Milano-Cortina 2026, più risorse solo alle Forze di Polizia: ASPMI non può restare in silenzio

Fonte immagine: Pixabay.com

Come ASPMI abbiamo preso visione dell’emendamento proposto dalla maggioranza di Governo, recentemente depositato al Senato, che introduce il nuovo articolo 62-bis alla Legge di Bilancio 2026 prevedendo un consistente incremento di risorse destinate esclusivamente al personale delle Forze di polizia, anche in relazione allo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano-Cortina 2026.

Si tratta di una scelta che non possiamo condividere e che ci lascia profondamente perplessi. Non per una contrapposizione tra istituzioni dello Stato, quanto più per una questione di equità e di rispetto del lavoro svolto quotidianamente sul campo. Ancora una volta viene deciso di riconoscere risorse aggiuntive per il pagamento degli straordinari alle sole Forze di polizia, ignorando il fatto che una parte rilevante delle attività di tutela e sicurezza dei Giochi sarà affidata al personale dell’Esercito italiano.

Assistiamo così all’ennesima disparità di trattamento, che non trova alcuna giustificazione sul piano operativo. I militari dell’Esercito saranno chiamati a garantire controllo e sicurezza spesso nelle stesse aree e con i medesimi carichi di responsabilità, ma senza un analogo riconoscimento economico

Pertanto, ci aspettiamo un intervento che tenga conto anche del personale dell’Esercito impiegato nei servizi di sicurezza legati a Milano-Cortina 2026, in particolare dei reparti che operanoin condizioni complesse e gravose, come il 9° Reggimento Alpini “L’Aquila”, spesso chiamato a fronteggiare situazioni logistiche e ambientali difficili senza essere messo nelle condizioni migliori per svolgere al meglio il compito assegnato.

Se si ritiene indispensabile il contributo dell’Esercito alla sicurezza dei grandi eventi, allora è indispensabile riconoscerlo fino in fondo”, dichiara il Segretario Generale di ASPMI, Francesco Gentile. “Non si può continuare a chiedere disponibilità, sacrificio e professionalità ai militari, per poi creare distinzioni esclusivamente economiche. Siamo tutti uguali quando c’è da garantire la sicurezza del Paese e dobbiamo esserlo anche quando si tratta di riconoscere risorse e tutele”.

Vogliamo continuare a lavorare sull’Operazione Strade Sicure e sul concorso delle Forze Armate alla sicurezza nazionale? Allora è il momento di superare definitivamente questa differenziazione che riguarda solo il trattamento economico. Occorre prendere atto che il sistema sicurezza è unico e integrato, e che chi lo sostiene merita pari diritti, non solo nelle responsabilità, ma anche nel riconoscimento del lavoro svolto.

Se siamo tutti uguali quando c’è da chiedere, è giusto che lo siamo anche quando c’è da dare.