Dirigenti Esercito Italiano, finalmente l’aumento tanto richiesto da ASPMI

Incremento dirigenziale Istat, è arrivato il decreto tanto atteso (e richiesto da ASPMI).

In data 8 gennaio 2024 è finalmente arrivato il Decreto del Presidente del Consiglio con cui viene dato il via libera all’adeguamento del trattamento economico del personale non contrattualizzato a decorrere dall’1 gennaio 2023. Un aggiornamento che riguarderà le misure degli stipendi, dell’indennità integrativa speciale e degli assegni fissi e continuativi.

Si tratta dell’incremento dirigenziale Istat che come ASPMI ci ha visto in prima linea per chiedere al Governo il pagamento in tempi brevi. Tant’è che abbiamo scritto più volte al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiedere un intervento immediato per sbloccare al più presto l’iter di approvazione del provvedimento. 

Lo abbiamo fatto a maggio, poi di nuovo a ottobre e ancora a novembre, continuando a lavorare nell’ombra anche quando non davamo pubblicità delle nostre azioni: dimostrazione che per questa Associazione sono importanti gli interessi di tutti i militari, convinti del fatto che ci sia un solo Esercito Italiano che comprende gli appartenenti a ogni grado e qualifica. 

Un lavoro, quello svolto da ASPMI, che ha portato la questione all’attenzione del Ministro della Difesa, contribuendo a risolvere l’impasse in anticipo rispetto a quelle che presumibilmente erano le intenzioni dell’Esecutivo.

D’altronde, il ritardo non era motivato: come ASPMI, infatti, vi abbiamo anticipato da tempo la misura dell’incremento accertato dall’Istat, pari allo 0,98%. Anticipazioni confermate dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri arrivato con colpevole ritardo l’8 gennaio scorso, che è importante sottolineare non è ancora sufficiente per dare il via alla  procedura che porterà al ricalcolo dei compensi e alla liquidazione degli arretrati

Seguirà a quello di ieri il decreto di spacchettamento delle risorse a disposizione tra i vari comparti: a tal proposito ci auguriamo che non ci voglia lo stesso tempo di attesa, in quanto non siamo disposti ad accettare ulteriori ritardi. 

Riteniamo che ci sia tempo a sufficienza per procedere al pagamento entro i prossimi due o al massimo tre mesi. Ci aspettiamo, quindi, che il prossimo decreto, determinante per dare il via alle operazioni di adeguamento, arrivi al più presto; altrimenti si riserviamo di qualsiasi iniziativa a nostra disposizione per far comprendere al Governo che quella intrapresa non è la strada corretta.