Data storica, firmato il primo contratto della dirigenza militare e delle polizie ad ordinamento civile

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Nella giornata odierna, mercoledì 6 agosto, presso il Ministero della Funzione Pubblica, è stato siglato il primo contratto della dirigenza militare fra il Governo, rappresentato dai ministri Zangrillo, Crosetto, Piantedosi e dai sottosegretari Albano E Del Mastro e le sigle sindacali rappresentative.

Le sigle firmatarie, tra cui ovviamente figura ASPMI che insieme a USMIA è stata l’unica a raggiungere i numeri per prendere parte alla negoziazione per quanto riguarda il personale dirigente dell’Esercito Italiano, ringraziano il Governo per il rinnovo dei due contratti per i trienni 2018-2020 e 2021-2023, fatto che ha dimostrato attenzione per il settore della dirigenza militare e della polizia, cruciale per assicurare la difesa e la sicurezza alla Nazione in un momento a dir poco critico dello scenario internazionale.

Importante è stato poi l’impegno di Governo ad aprire, entro 90 giorni le trattative per il prossimo contratto relativo al triennio 2024-2026, che ormai volge al termine e di valutare in tale fase nuove procedure di finanziamento e di allargamento delle materie al pari del tavolo dei contrattualizzati.

Le organizzazioni sindacali delle Forze di Polizia hanno dimostrato maturità e volontà nel voler tenere unito il comparto e accettando per le “una tantum” la piena equiparazione economica e normativa, superando così una ripartizione a monte delle risorse non propriamente adeguata.

Ci si è tutti assunti l’impegno alla equiordinazione e alla giusta ripartizione delle risorse finanziarie anche in deroga al principio della cosiddetta “massa salariale” per i dirigenti, fatto che porterà ad analoghi confronti anche per il personale contrattualizzato (il cui contratto è in scadenza e che auspichiamo si possa aprire prima della fine del corrente anno).

Le 4 sigle sindacali rappresentative hanno così ottenuto un risultato epocale per la tutela della dirigenza militare e hanno al contempo aperto la strada per nuovi diritti anche per il personale contrattualizzato.

Infatti attraverso un franco confronto con la Funzione Pubblica, lo Stato Maggiore della Difesa e le altre amministrazioni del comparto hanno messo al centro della trattativa tutti gli uomini e le donne in uniforme senza mai dimenticare la specificità della condizione militare.

Ma la strada è ancora lunga e richiede un forte supporto del Ministro della Difesa per tutelare tutti i militari.

Giova sottolineare che il Governo si è impegnato con l’addendum a risolvere le varie problematiche già nel corso della prossima trattativa contrattuale.

In sintesi, le 4 sigle sindacali rappresentative – USMIA ESERCITO, ASPMI, SIM MARINA E AMUS AM – esprimono soddisfazione per la celere chiusura del contratto per i primi due trienni e per l’impegno del Governo a:

  • 1.⁠ ⁠Rivedere e superare l’attuale sistema di ripartizione delle risorse fra le due anime del comparto (Forze Armate e di Polizia).
  • 2.⁠ ⁠Valorizzare la figura dirigenziale, ipotizzando la costituzione di appositi fondi, attagliati alle singole specificità che compongono il comparto difesa e sicurezza.
  • 3.⁠ Equiparare la competenza del tavolo dei contrattualizzati a quello dei dirigenti.
  • 4.⁠ ⁠Rilanciare il percorso normativo volto all’attuazione della c.d. previdenza dedicata, non solo per i dirigenti.