Concorso per Sottotenenti nei ruoli speciali dell’Esercito, perché i militari devono essere svantaggiati?

non è più rimandabile un confronto sulla delicata materia dei concorsi.

L’Associazione Sindacale Professionisti Militari (ASPMI) ha messo sotto la lente d’ingrandimento il recente “Concorso, per titoli, per la nomina di 10 Sottotenenti in Servizio Permanente nei ruoli speciali delle Armi di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio, trasmissioni dell’Esercito riservato ai Marescialli della Forza Armata che rivestono il grado di Luogotenente” in quanto per i militari dell’Esercito italiano vi è un palese svantaggio rispetto a chi proviene da Marina e Aeronautica militare, con disparità di trattamento persino tra gli stessi colleghi dell’Esercito.

Grazie a numerose segnalazioni da parte del personale, infatti, siamo venuti a conoscenza delle criticità riguardanti la valutazione dei partecipanti e per questo motivo abbiamo chiesto alle amministrazioni coinvolte un approfondimento sull’equità delle modalità adottate.

Concorso per Sottotenenti nei ruoli speciali dell’Esercito, valutazione poco chiara

Facciamo un passo indietro: il concorso, bandito dalla Direzione Generale per il Personale Militare lo scorso 20 ottobre 2022, mirava a nominare Sottotenenti in servizio permanente per le tre Forze Armate: Esercito Italiano, Marina Militare e Aeronautica Militare. Tale bando prevedeva specifici requisiti di partecipazione, oltre a criteri di valutazione dei titoli e dell’esperienza dei candidati.

Su carta nessuna differenza tra Esercito, Marina e Aeronautica, ma nei fatti le cose sembrano essere andate diversamente con un disparità di trattamento che non possiamo in alcun modo accettare. 

Nel dettaglio, la nostra preoccupazione riguarda la disparità di valutazione tra i concorrenti provenienti dalla Marina Militare e dall’Aeronautica rispetto a quelli dell’Esercito: infatti, mentre ai partecipanti delle prime due Forze Armate è stato attribuito lo stesso punteggio iniziale sia per la “Scheda Valutativa” che per il “Rapporto Informativo”, la Commissione responsabile della valutazione del personale dell’Esercito ha adottato, in modo del tutto indipendente e senza un’apparente ragione, una diversa politica, riducendo il punteggio assegnato ai Rapporti Informativi, anche se classificati come “Eccellenti”.

Questa disparità ha generato un forte disagio tra i militari dell’Esercito, i quali ovviamente si sentono svantaggiati e danneggiati da una decisione ingiustificata e, soprattutto, contraria ai principi costituzionali di equità nella selezione del personale nella Pubblica Amministrazione.

D’altronde, in questo modo, si vengono a verificare delle disparità di trattamento anche tra lo stesso personale dell’Esercito visto che coloro che hanno la fortuna di avere tutte le note caratteristiche per la Scheda Valutativa” avranno maggior punteggio rispetto a chi invece viene comandato per servizi esterni, in quanto cambiando il rapporto gerarchico e di conseguenza le note caratteristiche anziché la Scheda Valutativa avranno un Rapporto Informativo diversamente considerato ai fini del concorso.  

Le conseguenze

Basta fare un esempio per renderci conto degli svantaggi derivati da una tale disparità di trattamento.  Prendiamo due militari dell’Esercito, entrambi con un servizio eccellente nel corso di un anno, ma che si trovano in situazioni diverse per quanto riguarda le ultime esperienze d’impiego. Nel dettaglio, uno dei militari è stato impiegato per 3 mesi in un’operazione sul territorio nazionale, per poi svolgere un periodo di 4 mesi presso un altro ufficio e il resto del tempo (5 mesi) in missione internazionale: questo, seppur con elevato rendimento in servizio, avrà il giudizio espresso in soli Rapporti Informativi

L’altro militare, con altrettanta dedizione, ha svolto il servizio per l’intero anno presso la stessa unità, beneficiando di una Scheda Valutativa

La disparità di valutazione tra i due casi risulta dunque evidente, nonostante entrambi abbiano fornito prestazioni eccellenti durante il loro servizio.

ASPMI chiede un confronto in materia di concorsi

A tal proposito, ASPMI ritiene che il metro di valutazione sia cambiato solo nell’ultimo concorso e che le precedenti modalità fossero più coerenti e aderenti alla logica individuata dall’Associazione. La pratica di svantaggiare il personale che viene impiegato in attività di rilevanza nazionale e internazionale o di esercitazione risulta inaccettabile e deve essere oggetto di un profondo confronto.

Chiediamo quindi che si affrontino queste criticità nel rispetto dei diritti e degli interessi di tutto il personale militare e pertanto invitiamo l’autorità politica a istituire un tavolo di confronto più ampio sulla delicata materia dei concorsi, al fine di garantire un processo di selezione equo e trasparente per tutti i militari in servizio.