Casse di Previdenza: intervenga il Ministro Guerini

Casse di Previdenza: intervenga il Ministro Guerini
Casse di Previdenza: intervenga il Ministro Guerini

A    Ministro della Difesa
On. Lorenzo GUERINI
Via XX settembre, 8
– ROMA –

e, per conoscenza:

Capo di Stato Maggiore della Difesa
Amm. Giuseppe CAVO DRAGONE
Via XX settembre, 123/A
– ROMA –

Capo di stato Maggiore dell’Esercito
Gen. C.A. Pietro SERINO
Via XX settembre, 123/A
– ROMA –

OGGETTO: Casse di Previdenza delle Forze Armate. Richiesta di intervento.

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On.le Ministro,

come noto, da due anni, l’Amministrazione ha ritenuto necessario e indispensabile procedere ad investirLa ufficialmente circa la necessità di procedere alla revisione delle Casse di Previdenza delle Forze Armate, in piena aderenza con quanto da anni suggerito dagli Organi di controllo, al fine di razionalizzare la materia, omogeneizzare i trattamenti tra Forze Armate e i singoli ruoli, superare le attuali anacronistiche disparità di trattamento, eliminare alcune penalizzazioni in essere.

Nel concreto, garantire la sostenibilità finanziaria delle Casse ed instituire la Cassa di Previdenza per i Graduati delle tre Forze Armate.

Tali aspetti hanno trovato allineati Stati Maggiori, Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e Rappresentanza Militare, favorevoli a interventi integrativi/modificativi che superino una volta per tutte le attuali criticità.

Il processo, avviato ormai da anni, si è concluso egregiamente attraverso una disamina attenta e precisa di tutti gli aspetti tecnici e anche grazie al fattivo intervento di un esperto attuariale (membro attivo del Consiglio di Amministrazione della Cassa di Previdenza delle Forze Armate nonché dirigente dell’INPS).

Ciò ha portato a formalizzare un pacchetto di interventi all’attenzione, da qualche tempo, dei Suoi Uffici.

Non va peraltro sottaciuto come tale “pacchetto normativo” abbia ottenuto il preventivo avallo anche degli Organi collegiali della Cassa, nel cui ambito, oltre al menzionato esperto attuariale, sono presenti esponenti della Corte dei Conti e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

In tale sede si è potuto registrare la piena condivisione degli interventi promossi, attesa la loro valenza strutturale, finalizzata a mettere in sicurezza l’assetto delle Casse di F.A. nel lungo periodo.

Come sicuramente Le sarà noto, la proposta legislativa, che è stata confezionata, non richiede risorse finanziarie a carico dell’Erario.

Le Casse, per loro natura, sono finanziate esclusivamente con gli apporti derivanti dai contributi obbligatori cui sono assoggettati per legge gli iscritti.

Proprio in considerazione di tale evenienza (unica nel panorama generale dei lavoratori pubblici e privati) i tecnici, che hanno lavorato sulla bozza di provvedimento, hanno ipotizzato l’istituzione di un apposito fondo di garanzia, gestito dal MEF e alimentato con i risparmi derivanti dalla Legge n. 244 del 2012, per supplire ad eventuali deficienze di cassa.

Inoltre, il pacchetto normativo è strutturato in modo tale che la nuova sostenibilità delle casse di previdenza darà un notevole incremento della liquidità, l’aumento della redditività dei fondi ed una “boccata d’ossigeno” al personale attraverso la possibilità dell’avvio di una attività creditizia a tassi agevolati.

Come ben comprenderà, tale modifica legislativa è molto sentita e richiesta dal personale, soprattutto da quello più giovane, sia per quanto riguarda l’istituzione della Cassa Graduati F.A. (la Cassa per Carabinieri e Brigadieri è una realtà da quasi 30 anni) sia per la possibilità dei vari Sodalizi di erogare prestiti a condizioni vantaggiose rispetto a quelle di mercato.

Proprio su tale punto vorremmo soffermarci dicendo che, ad oggi, non è di facile comprensione come una categoria considerata economicamente debole e ad alto rischio, per quanto concerne la materia previdenziale, non benefici delle stesse possibilità offerte ai colleghi dei Carabinieri e della Finanza.

Infatti, nonostante gli innumerevoli sforzi dei Suoi uffici e delle varie articolazioni della Difesa, dobbiamo, nostro malgrado, registrare una incomprensibile situazione di stallo. L’iniziativa risulterebbe ancora ferma all’interno del Dicastero, nonostante tutte le buone intenzioni.

Alla luce di quanto illustrato, questa sigla sindacale, in un clima sinergico e di cooperazione Le chiede, ove Lei concordi, di velocizzare il processo di canalizzazione delle modifiche legislative che, al momento, parrebbero arenate a forza di incomprensibili “ribalzi” burocratici tra diversi uffici.

Non vorremmo, e lo scongiuriamo, che proprio questo andirivieni di fascicoli sia la volontà, chiara ed esplicita, di non voler concludere un procedimento di revisione ormai non più procrastinabile.

Per i motivi suesposti auspichiamo un Suo concreto autorevole intervento, al fine di avviare quanto prima l’iniziativa all’iter legislativo.

Roma, 23 marzo 2022