ASPMI: “Manovra 2026, pochi segnali positivi. Il personale in divisa resta ai margini”

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La bozza del testo della Legge di Bilancio 2026 tocca anche il mondo delle Forze Armate e di Polizia, ma il giudizio di ASPMI è solo in parte positivo. Come spiegato a Money.it dal Segretario Generale Francesco Gentile, le misure approvate “mostrano sì un’attenzione crescente verso i lavoratori, ma continuano a trascurare le specificità di chi indossa l’uniforme”. 

E, aggiungiamo, ci sono misure che per come scritte sono davvero poco chiare e pertanto prima di sbilanciarci a riguardo preferiamo attendere i prossimi giorni sperando in una nuova bozza che chiarisca i nostri dubbi. 

Iniziamo dalle note liete, come il taglio dell’Irpef sul secondo scaglione – dal 35% al 33% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro – che rappresenta un passo nella giusta direzione, anche se i benefici effettivi restano limitati a poche decine di euro al mese. Più controversa invece la detassazione del trattamento accessorio, che nel 2026 prevede un’imposta sostitutiva del 15% fino a 800 euro per i dipendenti pubblici non dirigenti, ma non si applica alle Forze Armate e di Polizia già soggette al regime agevolato del riordino del 2017, la cosiddetta defiscalizzazione che proprio il Segretario Generale di ASPMI chiese di introdurre.  Una scelta difficile da giustificare, in quanto “crea una disparità tra chi serve lo Stato nelle stesse condizioni”. Così come è inspiegabile l’esclusione del pubblico impiego dalla detassazione per i rinnovi contrattuali.

Ma è sul piano previdenziale che la manovra sembrerebbe introdurre un cambiamento di rilievo: dal 1° gennaio 2027, anche per militari, Forze di Polizia e Vigili del Fuoco scatterà l’adeguamento dei requisiti anagrafici alla speranza di vita. 

Ed è proprio qui che la norma ci risulta essere davvero confusionaria per come è scritta, tanto da non farci capire concretamente cosa cambia.  La misura – contenuta negli articoli 42 e 43 – sembrerebbe comportare un primo aumento di tre mesi dei limiti di età per il collocamento a riposo, per quanto non è chiaro su quali opzioni di pensionamento per le Forze Armate e di Polizia si applicherà. Speriamo di sbagliarci e che non si tratti di un incremento generalizzato che sarebbe inspiegabile, pertanto ci auguriamo che presto il Governo smentisca i nostri timori eliminando questa norma. 

Anche perché a questa si aggiunge l’adeguamento con le speranze di vita che per la generalità dei lavoratori porterà a un mese di ritardo nel 2027 e due mesi nel 2028. Una novità che penalizza ulteriormente un settore già segnato dall’invecchiamento del personale, introdotta peraltro senza un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali rappresentative.

Accogliamo invece positivamente la riduzione dei tempi di pagamento del Tfs, che dal 2027 passeranno da 12 a 9 mesi, per quanto segua solo parzialmente le indicazioni date dalla sentenza con cui la Corte Costituzionale ha definito illegittimi i temi di liquidazione del Trattamento di fine servizio nel pubblico impiego. 

Tra le misure a tutela delle famiglie, come ASPMI apprezziamo l’estensione del congedo parentale fino ai 14 anni del figlio, considerandola “una norma di civiltà” e un segnale di attenzione alle famiglie. Tuttavia, sarà necessario allineare anche la normativa interna per il personale militare, portando da 12 a 14 anni il limite per la licenza straordinaria per congedo parentale: un aggiornamento che dovrà essere affrontato nel prossimo rinnovo contrattuale 2025-2027, in continuità con quanto già fatto nell’ultimo accordo.

Resta però la questione più rilevante: la manovra non stanzia risorse per la Difesa, né prevede fondi aggiuntivi per il rinnovo dei contratti pubblici, incluso quello del comparto sicurezza. Un’assenza che rischia di compromettere gli sforzi fatti finora per modernizzare il settore e valorizzare il personale.

Nel complesso, la legge di Bilancio così com’è oggi sembra essere perlopiù un testo “di transizione”: offre alcuni segnali positivi, ma non scioglie i nodi centrali.

Per ASPMI, “la sicurezza del Paese non può prescindere dal benessere di chi la garantisce ogni giorno”, e per questo “servono misure più coraggiose, capaci di restituire motivazione, prospettiva e fiducia a tutto il personale in uniforme”. Ma d’altronde spazio per intervenire c’è visto che siamo ancora all’inizio dei lavori: il Governo non perda occasione per farlo, altrimenti la nostra voce sarà forte.