Aspmi, la preparazione dell’Esercito non è in discussione

Ansa
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(ANSA) – ROMA, 28 MAR – “A essere in discussione non è la preparazione delle Forze Armate italiane quanto più lo stato, indecoroso, in cui versa l’infrastruttura della Difesa”. Ad affermarlo è Asmpi, il sindacato dei militari italiani,
replicando alle dichiarazioni del ministro Guido Crosetto
secondo il quale – scrive l’associazione – “l’Italia non sarebbe capace di difendersi nel caso in cui risultasse vittima di un attacco al pari di quello subito dall’Ucraina”
“D’altronde – spiegano i referenti di Aspmi, Francesco
Gentile e Leonardo Mangiulli – da tempo abbiamo messo in risalto i problemi propri all’Esercito Italiano: mezzi inadeguati
persino per i pattugliamenti in città, armamenti obsoleti e arsenali in cui mancano munizioni di artiglieria pesante e leggera. D’altronde non ci sono neppure le risorse per dotare il personale delle divise adeguate in relazione alla stagione, figuriamoci se allo stato attuale disponiamo dei mezzi necessari per difenderci dall’attacco da parte di una delle più grandi potenze mondiali. Il ministro per la prima volta ha messo in evidenza l’importanza di procedere con nuovi investimenti per la Difesa, senza mai porre in discussione la preparazione del personale dell’Esercito Italiano”.
“L’Italia è e resta un’eccellenza nell’addestramento dei
militari nonché nell’efficienza delle proprie Forze Armate, come riconosciuto anche a livello internazionale dove i nostri
soldati sono impiegati in missioni di rilevante importanza strategica assumendo persino il comando di alcune di esse
-conclude la nota -. Le poche parole del ministro erano chiaramente un riferimento a quei problemi che noi di Aspmi lamentiamo da tempo, sui quali riteniamo che sia arrivato il momento di intervenire visto lo scenario internazionale attuale.
Il capitale umano di cui disponiamo è tra i migliori al mondo: mettiamogli a disposizione mezzi e armi adeguati per far sì che la prossima volta a una domanda dello stesso tipo il ministro Crosetto possa rispondere diversamente”. (ANSA).