ASPMI: il 9 dicembre incontro storico con il Presidente del Consiglio

Fonte immagine: Italian Government

ASPMI annuncia con soddisfazione – e con la consapevolezza della responsabilità che ne deriva – la convocazione di un incontro tra i sindacati del comparto Difesa e Sicurezza e il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e l’esecutivo del Governo.  Un confronto che invochiamo da tempo e che possiamo definire senza esitazione “storico”: è infatti la prima volta che le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari siedono a un tavolo con il Governo.

Avremmo voluto che questo appuntamento si tenesse lo scorso anno, prima della firma del rinnovo di contratto, quando un confronto diretto avrebbe consentito di intervenire su alcune criticità rimaste irrisolte. Ma la data del 9 dicembre rimane comunque un passaggio fondamentale, visto che la legge di Bilancio è in fase di definizione e ci presenteremo con un programma chiaro di interventi. Vogliamo trasparenza sulle misure attualmente previste in Manovra, a partire dall’aumento dei requisiti per la pensione, e intendiamo capire se il Governo intenda finalmente riconoscere quella specificità del personale militare che rivendichiamo da sempre.

Tuttavia, il fatto che l’incontro sia stato organizzato congiuntamente alle rappresentanze sindacali delle Forze di Polizia suscita inevitabilmente alcune perplessità. I temi sul tavolo non sono identici e, negli ultimi anni, proprio questo parallelismo ha generato squilibri di trattamento: basti ricordare il differente riconoscimento economico sugli straordinari e su altre voci retributive.

Pur avendo auspicato un confronto dedicato alle sole Forze Armate, riteniamo comunque importante esserci: questa è l’occasione per far sentire al Presidente del Consiglio la voce di chi tutela ogni giorno il personale in divisa e conosce da vicino esigenze e fragilità del comparto militare.

C’è però un nodo che non possiamo ignorare. Al tavolo del 9 dicembre, i sindacati dell’Esercito porteranno le istanze di un numero molto più ridotto di militari rispetto alle rappresentanze della Polizia, dove l’adesione sindacale è storicamente molto più ampia. La forza della rappresentanza si misura anche nei numeri, e questo squilibrio pesa. Lo abbiamo sempre detto: l’Esercito Italiano potrebbe esprimere un peso specifico molto maggiore, e invece troppo spesso si ritrova in seconda fila non per mancanza di idee o di determinazione, ma per una minore partecipazione dei colleghi alla vita sindacale.

Come si colma questa distanza? Con un gesto semplice: tesserarsi. E, ancora meglio, convincere un collega della necessità di farlo. Se ogni iscritto portasse con sé un compagno d’armi, la rappresentatività crescerebbe in modo esponenziale e la nostra voce, nelle sedi istituzionali, assumerebbe un peso molto più proporzionato alla realtà dell’Esercito.

Il 9 dicembre, quindi, sarà un inizio. Saremo presenti con senso di responsabilità e con la volontà di aprire un dialogo strutturato. Perché le decisioni che riguardano chi serve il Paese in uniforme non possono essere prese senza ascoltarne davvero le esigenze.