Siamo a giugno 2025 e, nonostante i reiterati appelli, nulla è stato ancora fatto. I dirigenti militari del Comparto Difesa attendono da otto anni l’avvio delle procedure negoziali per la definizione delle indennità accessorie. Due trienni contrattuali sono passati invano, lasciando chi ha ruoli di comando e responsabilità a operare con trattamenti economici accessori non solo inadeguati, ma in alcuni casi persino inferiori rispetto a quelli previsti per il restante personale.
L’inerzia politica ha generato una discriminazione inaccettabile. Ai dirigenti continuano a essere negati anche diritti fondamentali, come le norme sulla genitorialità o l’accesso alla licenza solidale, già riconosciuti in altri comparti. Un immobilismo che mina la dignità professionale e la coesione istituzionale.
Nel frattempo, lo scenario della rappresentanza è mutato radicalmente. Le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, oggi legittimate a sedersi al tavolo negoziale, sono pronte a partecipare attivamente alla definizione degli accordi. Per il triennio 2018-2020, tuttavia, le poche riunioni svolte sono risultate inefficaci per l’assenza della parte realmente rappresentativa: non si è mai sanata, infatti, quella che resta una lacuna normativa grave e ingiustificabile. Pertanto, serve oggi un intervento chiaro e risolutivo: per questo noi di ASPMI pretendiamo l’apertura immediata dell’area negoziale insieme a un atto normativo che riconosca il diritto dei sindacati militari a negoziare anche per i trienni ormai trascorsi, affinché non si cancelli con un colpevole silenzio il lavoro, il ruolo e la dignità dei dirigenti militari.
Occorre altresì ampliare le materie oggetto di contrattazione, includendo quelle oggi escluse come il trattamento di fine rapporto, la previdenza, l’orario settimanale massimo e il lavoro straordinario. Infine, va dato avvio alla cosiddetta previdenza dedicata, un meccanismo che garantisca tutele pensionistiche certe ed eque, in linea con la specificità del servizio prestato. Senza una prospettiva previdenziale stabile, il futuro di chi oggi serve lo Stato con disciplina e onore resta appeso all’incertezza.
ASPMI si rivolge direttamente al Ministro della Difesa Guido Crosetto affinché si faccia promotore di questo cambio di passo. Il tempo delle promesse è finito, non possiamo più attendere oltre.