Manovra: Aspmi, stop ad aumento dei requisiti pensione militari

(AGI) – Roma, 2 dic. – L’Associazione sindacale professionisti militari “esprime apprezzamento per l’iniziativa del senatore Massimiliano Romeo che – come riferito da fonti parlamentari – ha presentato un emendamento per bloccare l’aumento dell’eta’ pensionabile previsto per il personale del comparto Difesa e Sicurezza. Una proposta che condividiamo pienamente, perche’ riconosce la necessita’ di tutelare la specificita’ del personale in divisa, evitando misure che rischiano di penalizzarlo. Al tempo stesso, confermiamo la forte preoccupazione per quanto previsto dagli articoli 42 e 43 della Legge di bilancio che introducono un aumento dei requisiti pensionistici formulato in modo ambiguo e potenzialmente dannoso”. E’ quanto si legge in una nota del segretario generale dell’Associazione, Francesco Gentile.
“Non e’ chiaro se l’intervento riguardi il solo requisito contributivo o anche quello anagrafico, ma e’ certo che il meccanismo comportera’ sei mesi di aumento complessivo entro il 2028 – sottolinea Gentile -. Una simile scelta, in un comparto con eta’ media gia’ elevata, rischia di bloccare il turnover, mantenere in servizio personale sempre piu’ anziano, aumentare i costi e contraddire l’obiettivo, dichiarato dal governo, di ringiovanire le Forze armate e i Corpi di sicurezza. Inoltre, avvicinando il requisito contributivo ai 43 anni, la pensione ‘anticipata’ perderebbe di fatto ogni utilita’. Per questo riteniamo fondamentale che la ridiscussione dell’emendamento diventi l’occasione per correggere una norma che, cosi’ come scritta, rischia di trasformarsi nell’ennesimo intervento punitivo per chi serve lo Stato”. Aspmi “chiede pertanto a governo e Parlamento di rivedere urgentemente la disposizione, chiarendone la portata e valutandone concretamente gli effetti sul comparto Difesa e Sicurezza”. (AGI)

Red/Bas