Il Governo Meloni ha avviato i lavori per la prossima Legge di Bilancio.
Una fase decisiva che noi di ASPMI seguiremo con la massima attenzione, perché non accetteremo una manovra che non riservi la giusta attenzione alle Forze Armate e alle esigenze del personale in uniforme.
Non sarà sufficiente per il Governo Meloni limitarsi a inserire risorse per l’infrastruttura o per il rispetto degli impegni presi in sede Nato. La riqualificazione delle caserme, con particolare attenzione agli alloggi, l’ammodernamento dei mezzi o l’acquisto di nuove dotazioni tecnologiche sono certamente importanti, ma non possono di certo diventare l’unico metro con cui misurare l’attenzione dello Stato verso i propri militari.
L’efficienza delle Forze Armate è merito soprattutto delle persone: per questo motivo, quello che serve oggi – e che attendiamo da troppo tempo – è un investimento reale sugli uomini e sulle donne che ogni giorno garantiscono la sicurezza del Paese. Professionisti che affrontano turni massacranti, trasferimenti continui, carichi di lavoro sempre più pesanti e rischi per la propria incolumità, spesso senza un adeguato riconoscimento economico e sociale.
Ogni missione, sia in Italia che all’estero, comporta un sacrificio personale e familiare che non può essere ignorato. Siamo chiamati a intervenire in contesti difficili, a rispondere prontamente a emergenze nazionali e internazionali, a garantire ordine e sicurezza anche in situazioni straordinarie, dalla gestione delle calamità naturali al contrasto delle minacce terroristiche. Eppure, a fronte di questo impegno costante, continuiamo a convivere con stipendi che faticano a tenere il passo con l’inflazione, con indennità spesso inadeguate e con un potere d’acquisto eroso anno dopo anno.
Per questo diciamo chiaramente che la prossima Legge di Bilancio deve segnare un cambio di passo, con le Forze Armate che non possono essere considerate un semplice capitolo di spesa da onorare per adempiere a obblighi internazionali, bensì come una risorsa per la sicurezza e il futuro del Paese, da sostenere e valorizzare partendo dalle persone che ne sono il cuore pulsante.
Dopo un contratto al ribasso, ora servono risposte
In questi giorni, il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha firmato l’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto 2025-2027. È certamente un passo avanti, ma da solo non basta. Anche perché l’esperienza del triennio 2022-2024 ha dimostrato che senza risorse adeguate né una visione strutturale, gli aumenti finiscono per essere incapaci di incidere realmente sulla vita dei militari.
Va inoltre ricordato che se si è riusciti a strappare il massimo possibile con le poche risorse messe in campo, lo si deve esclusivamente alla determinazione dei sindacati militari, che hanno portato al tavolo contrattuale la voce del personale, evitando risultati ancora più deludenti. Ma questo non può e non deve bastare.
Per questo sosteniamo che non è più il tempo dei contratti al ribasso: servono scelte coraggiose, capaci di incidere davvero sul reddito netto e sulla qualità della vita di chi indossa la divisa.
In questa prospettiva, come ASPMI saremo presenti e vigili non solo sul percorso del rinnovo contrattuale, ma anche – e soprattutto – sulla prossima Legge di Bilancio, che determinerà la reale disponibilità delle risorse. Pertanto ogni passaggio dell’iter parlamentare sarà monitorato con attenzione, perché non accetteremo che ancora una volta si ripetano compromessi al ribasso che lasciano i militari senza risposte.
Ridurre la pressione fiscale è una soluzione per il futuro
Lo abbiamo visto in passato: ogni singolo euro conquistato al tavolo contrattuale rischia di svanire tra aliquote Irpef e contributi. È per questo che la prossima manovra dovrà intervenire con misure mirate, capaci di restituire respiro al reddito netto dei militari.
Non bastano gli aumenti contrattuali: occorre alleggerire il peso della pressione fiscale, introdurre strumenti che proteggano le retribuzioni dall’inflazione e riconoscere con indennità adeguate la specificità del servizio militare e il disagio che lo accompagna. Perché senza una politica fiscale che accompagna i rinnovi contrattuali ogni aumento continuerà a essere incapace di incidere davvero sulla vita quotidiana delle donne e degli uomini in uniforme.
Ecco perché, come ASPMI seguiremo ogni passaggio dell’iter parlamentare facendo presente la nostra posizione in ogni sede, politica e istituzionale, affinché la Legge di Bilancio 2026 non diventi l’ennesima operazione di facciata, ma un atto politico che dia finalmente valore e dignità alle Forze Armate.
Non accetteremo che i militari vengano relegati ancora una volta a un ruolo secondario. Vogliamo una manovra che riconosca la centralità del nostro lavoro e che metta al centro non soltanto infrastrutture e mezzi, ma soprattutto le persone che ogni giorno, con sacrificio, garantiscono la sicurezza del Paese.
Questa è la priorità che ASPMI porterà avanti nelle prossime settimane, senza arretrare di un passo.