8 miliardi per il rinnovo di contratto, ma non tutti subito: assoluta priorità al comparto Difesa

Rinnovo del contratto, 8 miliardi con la Legge di Bilancio 2024.
Rinnovo del contratto, 8 miliardi con la Legge di Bilancio 2024.

In queste ore abbiamo potuto analizzare il testo in bozza della Legge di Bilancio 2024 (che trovate in allegato) che stanzia le risorse da destinare al rinnovo di contratto del pubblico impiego riferito al triennio 2022-2024

Differentemente da quelle che erano state le anticipazioni date dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in manovra non vengono stanziati 7 miliardi di euro bensì 8: la cattiva notizia sta nel fatto che non tutte queste risorse sono a disposizione per il 2024, lasciando intendere che il Governo non esclude che il rinnovo possa arrivare solamente nel 2025. 

Rinnovo del contratto, risorse tra il 2024 e il 2025

Nel dettaglio, l’articolo 10 della manovra incrementa il fondo destinato al triennio contrattuale 2022-2024 di 3 miliardi per l’anno 2024 e di 5 miliardi a decorrere dal 2025

A tal proposito come ASPMI ci teniamo a ribadire che in accordo con tutta la Rete sindacale militare abbiamo fissato in 3,7 miliardi di euro la cifra minima per poter procedere con la sottoscrizione del rinnovo per il personale dei comparti Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico. Tra quanto stanziato con l’ultima manovra per l’anno 2024 e quanto già era a disposizione grazie alle scorse leggi di Bilancio, quindi, dovremo rientrare nel tesoretto richiesto, a patto però che tutte le risorse stanziate vengano appunto destinate a Forze Armate e di Polizia

D’altronde è stata la stessa Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a sostenere in conferenza stampa che nelle contrattazioni per il prossimo rinnovo di contratto sono proprio i comparti Difesa e Sicurezza ad avere la priorità. Non chiediamo, nulla di irrealizzabile quindi, ma solo di mantenere le promesse fatte. 

Attenzione a non sprecare quanto fatto di buono fino a oggi

A oggi – salvo ripensamenti da parte del Governo – ci sono i presupposti per arrivare già nel 2024 a un rinnovo di contratto che compensi il personale in divisa della svalutazione retributiva con cui ha dovuto fare i conti a causa dell’elevata inflazione registrata in questi ultimi anni, in quanto va considerato anche l’anticipo riconosciuto per l’anno 2023 per effetto dell’incremento dell’indennità di vacanza contrattuale

Per questo motivo è essenziale partire con il piede giusto iniziando a convocare anche i sindacati delle Forze Armate per i prossimi incontri già programmati tanto dal Presidente del Consiglio quanto dal Ministro della Funzione Pubblica: d’altronde non ha senso aspettare ancora poiché in ogni caso per raggiungere un accordo sul prossimo rinnovo bisognerà contrattare con le neonate Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari. Il rischio è di sprecare quanto di buono fatto in queste ultime ore con la Legge di Bilancio 2024, ad esempio distribuendo le risorse non equamente tra le Forze Armate e quelle di Polizia (alle quali è già stato promesso un aumento degli straordinari, senza invece menzionare il personale dell’Esercito).